Quanto guadagna lo Stato dal gioco d’azzardo: ecco la cifra che sorprende tutti

Nel corso degli ultimi anni, il gioco d’azzardo ha assunto un ruolo di primaria importanza nel bilancio dello Stato italiano, configurandosi come una delle principali fonti di entrate fiscali. Nel 2025, i numeri registrati mostrano come il fenomeno, pur alimentato anche da forti dibattiti sociali e politici, sia divenuto un vero e proprio pilastro finanziario, capace di sorprendere sia per la sua entità sia per il suo costante incremento.

Le Entrate Statali e il Quadro Economico

Secondo i dati più recenti forniti dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, nei primi quattro mesi del 2025 lo Stato ha incassato 2,36 miliardi di euro dalle lotterie e dal gioco pubblico, segnando una crescita dell’1,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Questo risultato, sebbene parziale rispetto ai conti annuali, testimonia una notevole costanza del settore anche in un clima economico incerto. Se la tendenza dovesse essere confermata nei mesi successivi, si prospetta il superamento dei 7 miliardi solo con lotterie e giochi assimilati a fine anno .

Guardando al dato globale, la cifra totale delle entrate erariali provenienti dal gioco d’azzardo si attesta attorno agli 11 miliardi di euro ogni anno. Un dato che, pur essendo importante per le casse pubbliche, resta sorprendente quando confrontato con l’enorme volume di denaro movimentato dal settore.

Tra Ricavi e Raccolta: Le Cifre Che Sbalordiscono

L’aspetto più sorprendente riguarda la differenza tra la raccolta totale e il reale introito statale. Nel 2024, la spesa complessiva degli italiani in giochi d’azzardo superava i 160 miliardi di euro, ponendo il settore fra i più rilevanti in assoluto per il Paese: basti pensare che la spesa per la sanità, nello stesso anno, era di 142,9 miliardi di euro, mentre quella per l’istruzione toccava appena i 79 miliardi .

Nonostante questa raccolta gigantesca, solo una parte marginale arriva nelle casse pubbliche: circa 11 miliardi di euro ogni anno. La differenza è assorbita principalmente sotto forma di pagamenti di vincite, costi di gestione, concessioni e margini dei concessionari e operatori di settore. In pratica, sui quasi 160 miliardi giocati, la quota effettivamente trattenuta dallo Stato è poco superiore al 6-7%, percentuale che in rapporto alla raccolta totale può sembrare irrisoria, ma che in valore assoluto resta una delle entrate fiscali più consistenti .

Si stima inoltre che il gioco d’azzardo rappresenti circa il 36,2% del totale del gettito erariale dello Stato, a testimonianza del suo peso rilevante in ambito fiscale .

Implicazioni Sociali ed Economiche: Oltre Il Bilancio

La presenza così massiccia del gioco d’azzardo nel panorama economico italiano solleva non poche questioni sul piano sociale. Il dibattito tra chi evidenzia i vantaggi di queste entrate costanti e coloro che sottolineano i costi sociali e sanitari provocati dalla ludopatia è diventato sempre più acceso. Infatti, se da un lato emergono le entrate per lo Stato, dall’altro bisogna considerare le uscite indirette legate ai trattamenti sanitari e all’assistenza sociale, oltre alla regressione culturale che investe la società .

Basti pensare che il costo sanitario pubblico, previsto per il 2025, raggiunge i 142,9 miliardi di euro. Le risorse drenate dal settore gioco rischiano quindi di alimentare quella stessa spesa sanitaria necessaria per curare patologie connesse alla dipendenza dal gioco. Un circolo vizioso che pone interrogativi etici e politici di non facile soluzione.

Struttura delle Entrate e Prospettive Future

Le entrate erariali dal gioco d’azzardo derivano principalmente da:

  • Prelievo erariale unico (PREU): Tassa applicata sulle somme giocate alle slot machine e VLT (videolottery).
  • Imposte su lotterie e scommesse: Ogni tipologia di gioco prevede una tassazione specifica.
  • Canoni di concessione: Ricavi per il rilascio delle licenze agli operatori del settore.
  • IVA e altre imposte indirette: Applicate su determinati giochi e servizi correlati.

Nonostante l’imponente giro d’affari, lo Stato si limita a trattenere una quota ben definita, lasciando la parte preponderante della raccolta nelle mani di operatori privati e concessionari. Questo modello è stato spesso giustificato con l’obiettivo di sottrarre il settore all’illegalità e di fornire risorse costanti alle casse pubbliche, ma gli attuali dati stanno spingendo parte dell’opinione pubblica e del mondo politico a chiedere maggiore trasparenza sull’effettiva destinazione dei fondi e dei benefici reali.

Verso una Normativa più Stringente?

Negli ultimi tempi si fa sempre più strada l’ipotesi di una riforma complessiva del settore, con possibili aumenti di tassazione e limiti più severi al fine di arginare i costi sociali e massimizzare i benefici pubblici. Ad oggi, tuttavia, il gioco pubblico resta uno degli strumenti più solidi di entrata fissa e prevedibile per lo Stato, in un contesto di continui cambiamenti nella spesa pubblica e di incertezza macroeconomica.

L’Italia si configura come uno dei paesi europei con la maggiore incidenza del gioco d’azzardo sul bilancio statale, superando di molto altri settori chiave come l’istruzione e avvicinandosi spesso alle cifre destinate alla sanità. L’argomento resta al centro del dibattito, tra esigenze di cassa e urgenze sociali, confermando che la realtà del gioco d’azzardo è molto più complessa del semplice flusso di denaro che appare nei bilanci ufficiali.

In definitiva, lo Stato italiano guadagna annualmente una cifra che oscilla intorno agli 11 miliardi di euro dal settore del gioco d’azzardo legale, una somma considerevole ma minoritaria rispetto ai movimenti finanziari generati da tutto il comparto. Di fronte a tali numeri, la sorpresa non manca, soprattutto se confrontata ai costi sociali e agli impatti economici di più ampia portata connessi a questo fenomeno strutturale e in continua evoluzione .

Lascia un commento