Test di screening per le donne di 25 anni: ecco cosa non trascurare

Per le donne che compiono 25 anni, la prevenzione tramite test di screening rappresenta una tappa fondamentale per la tutela della salute femminile e la diagnosi precoce delle principali patologie ginecologiche. In questa fascia d’età, l’attenzione si concentra soprattutto sulla prevenzione dei tumori del collo dell’utero, malattia strettamente collegata alla presenza di infezioni da papillomavirus umano (HPV), ma non bisogna trascurare altri esami utili per mantenere un quadro clinico generale sotto controllo. Conoscere le raccomandazioni e saper distinguere le priorità consente a ogni donna di prevenire tempestivamente condizioni che, prese in tempo, sono normalmente curabili o gestibili con un intervento tempestivo.

La prevenzione del tumore della cervice uterina: Pap test e HPV

Secondo tutti i principali programmi di sanità pubblica italiani, a partire dai 25 anni l’indicazione prioritaria riguarda lo screening cervicale. Il primo esame da non trascurare in questa fascia d’età è il Pap test. Questo esame consiste nel prelievo di cellule dalla superficie del collo dell’utero per individuare eventuali alterazioni cellulari o lesioni precancerose che, se non trattate, possono evolvere in tumore cervicale.

L’invito a eseguire il Pap test ogni tre anni riguarda tutte le donne tra i 25 e i 29 anni che:

  • Non hanno mai ricevuto almeno due dosi di vaccino anti-HPV entro i 15 anni;
  • Hanno ricevuto il vaccino dopo i 15 anni o non risultano adeguatamente vaccinate;
  • Non sono state mai invitate o non hanno mai aderito alla campagna di screening precedente.

Per le donne che invece hanno ricevuto due dosi di vaccino HPV prima dei 15 anni, la prassi consigliata è quella di iniziare lo screening successivo, tramite HPV test (test specifico per la ricerca diretta del papillomavirus umano), a partire dai 30 anni. Questo perché la vaccinazione anti-HPV garantisce un elevato grado di protezione nei confronti delle principali forme oncogene virali e rende meno necessario il ricorso al Pap test in età precoce.

Entrambi gli screening – Pap test e HPV test – si avvalgono della stessa modalità di prelievo e sono completamente indolori. L’esecuzione presso i centri territoriali di prevenzione viene offerta gratuitamente dal sistema sanitario pubblico.

Altri controlli ginecologici e prevenzione globale

Sebbene il Pap test rappresenti la priorità, questa non è l’unica valutazione consigliata attorno ai 25 anni. È indispensabile mantenere un rapporto regolare con il ginecologo, che oltre a proporre lo screening cervicale può valutare la necessità di eseguire anche altri esami, adattandoli alle eventuali specificità individuali o familiari.

Ulteriori controlli consigliati in assenza di fattori di rischio particolari sono:

  • Visite ginecologiche periodiche per escludere infezioni, valutare l’eventuale presenza di cisti ovariche o altre anomalie degli organi pelvici.
  • Ecografia pelvica, raccomandata in caso di sintomatologia (come irregolarità mestruali o dolori pelvici ricorrenti), o come base per un primo inquadramento.
  • Valutazione della salute sessuale e riproduttiva: screening per infezioni sessualmente trasmissibili (IST) come clamidia e gonorrea in caso di comportamenti a rischio.
  • Attenzione all’anemia: nella donna in età fertile, soprattutto se le mestruazioni sono abbondanti, si suggerisce un controllo annuale dell’emocromo per identificare tempestivamente una carenza di ferro.

Non fanno parte dello screening di routine a questa età:

  • Mammografia, che viene di norma raccomandata a partire dai 50 anni (o dai 40 in presenza di forte familiarità per carcinoma mammario).
  • Ecografia mammaria, da riservare a situazioni specifiche o familiarità, anche se alcune fonti ne suggeriscono l’esecuzione annuale già dai 30 anni.

Vaccinazione anti-HPV: perché conta e cosa significa per lo screening

Un aspetto cruciale per la prevenzione dei tumori che interessano la cervice uterina è rappresentato dalla vaccinazione anti-papillomavirus (HPV). Questo vaccino, offerto gratuitamente nella preadolescenza, ha modificato profondamente le regole dello screening: le donne vaccinate con almeno due dosi entro i 15 anni hanno infatti una probabilità molto più bassa di sviluppare lesioni pre-tumorali o tumorali della cervice uterina.

Perciò:

  • Alle venticinquenni regolarmente vaccinate con due dosi prima dei 15 anni non viene proposto il Pap test, ma l’esecuzione dell’HPV test diretto a 30 anni per aumentare ulteriormente la sicurezza.
  • Alle donne non vaccinate o con ciclo vaccinale incompleto viene invece garantita la copertura tramite Pap test ogni 3 anni dai 25 ai 29 anni.

L’obiettivo di questa differenziazione è massimizzare l’efficacia degli screening ed evitare sovraesposizione a esami inutili, garantendo al contempo la diagnosi precoce delle lesioni per le donne maggiormente a rischio.

Cosa non trascurare oltre il Pap test: stile di vita e salute generale

La prevenzione oncologica passa anche attraverso il mantenimento di stili di vita salutari. A 25 anni, è fondamentale non solo affidarsi ai programmi di screening, ma adottare quotidianamente comportamenti che riducano il rischio di malattie:

  • Astenersi dal fumo, noto fattore di rischio per numerose patologie oncologiche, incluse quelle della cervice uterina.
  • Seguire un’alimentazione equilibrata, ricca di frutta e verdura, povera di grassi saturi e di alcool.
  • Praticare attività fisica in modo regolare.
  • Prestare attenzione all’igiene intima senza eccessi, usando detergenti delicati che non alterino la flora batterica naturale.
  • Usare il preservativo nei rapporti occasionali, riducendo il rischio di trasmissione di infezioni HPV e altre IST.

Non trascurare infine la misurazione periodica della pressione arteriosa e, in caso di familiarità per patologie metaboliche o cardiovascolari, la valutazione di glicemia e colesterolo.

La fascia d’età dei 25 anni rappresenta una soglia di responsabilità per la salute femminile. Rispettare i programmi di screening, soprattutto quello per il tumore della cervice uterina, conoscere il proprio stato vaccinale, attuare controlli personalizzati e adottare sane abitudini sono gli strumenti più efficaci per garantire benessere a lungo termine e costruire solide basi di prevenzione per il futuro.

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